Spazio Spadoni, in Sicilia la rete per “la riEvoluzione delle Opere di Misericordia”: la convention si svolge alla Scala - prima giornata 15 sett. 2023
Spazio Spadoni Sicilia
SPAZIO SPADONI, IN SICILIA LA RETE PER “LA RIEVOLUZIONE DELLE OPERE DI MISERICORDIA”: LA CONVENTION SI SVOLGE AL SANTUARIO MADONNA DELLA SCALA DI NOTO
Noto, 15 Settembre 2023
di Mara Di Stefano
L’edizione 2023 della Convention di Spazio Spadoni in Sicilia ha preso ufficialmente il via questa mattina all’interno del suggestivo Santuario Madonna della Scala, a Noto.
La prima delle tre giornate dell’evento, che riunisce i rappresentanti del mondo del volontariato, è stata aperta dal Governatore della Misericordia di Rosolini, l’Avv. Nino Savarino, che ha parlato di partecipazione e reciprocità, ma anche del valore profondo racchiuso nel gesto volontario, lodando il coraggio di chi “si adopera a fare”.
Al tavolo dei relatori anche Carmelo Di Martino, presidente di Spazio Spadoni Sicilia e vice presidente dell’associazione UICI di Siracusa, il quale ha ringraziato il fondatore di Spazio Spadoni, il dott. Luigi Spadoni. Sua, infatti, è la volontà di strutturare sull’isola un’organizzazione territoriale che faccia riferimento alla realtà toscana che genera nel mondo azioni di missione e misericordia. “Spadoni ha intuito che in Sicilia si possono creare quei ponti necessari per aiutare le persone raggiungendole nei loro luoghi. Spazio Spadoni Sicilia è, quindi, un luogo dove attuare opere di misericordia e essere riEvoluzionari” ha commentato Di Martino.
Nel suo saluto, il dott. Luigi Spadoni ha prima ringraziato tutte le persone che hanno lavorato per la realizzazione della Convention, in particolare i membri delle Misericordie, per poi soffermarsi sul sentimento che lo lega a questa terra ospitale. “Quando ci chiedono come si fanno le Opere di Misericordia, noi dobbiamo rispondere che hanno sbagliato a porre la domanda perché non bisogna fare, ma essere. Solo se riusciamo ad essere, possiamo fare opere di carità” ha spiegato Spadoni auspicando la creazione di una rete costituita da tutte le realtà associative che si occupano di Opere di Misericordia, unite in questo percorso di “RiEvoluzione”delle stesse.
Presenti anche il primo cittadino netino, il dott. Corrado Figura, che ha elogiato l’esempio di Spadoni che ha scelto di “donarsi agli altri facendo Spazio”, e il Presidente del Consiglio comunale di Rosolini, il dott. Corrado Sortino, che si è soffermato, invece, sul ruolo degli enti del terzo settore in relazione al volontariato.
Molto sentito il momento di preghiera celebrato da S.E.R. Mons. Salvatore Rumeo Vescovo di Noto che ha poi ripreso il tema del ponte e dell’accoglienza, esortando i presenti a “svolgere opere misericordiose, ma solo aprendo le porte del cuore”.
A chiusura della mattinata è intervenuto Don Pino Vitrano che ha portato la sua testimonianza nella “Missione Speranza e Carità di Fratel Biagio Conte”, raccontando la storia di frate Biagio che, dopo essersi spogliato di tutti i suoi beni materiali, ha dedicato la vita agli altri, ai sofferenti, agli emarginati. Infine, ha mostrato il bastone donato a fratel Biagio pochi mesi prima della sua morte in cui sono state incise le stesse parole che il missionario pronunciava ai fedeli.
La sessione pomeridiana è stata moderata da Umberto Banchi, volontario di Spazio Spadoni, che ha introdotto l’intervento di Carlo Andorlini dello staff di Spazio Spadoni, nonché ideatore del titolo della terza convention. “La ri-Evoluzione delle Opere di Misericordia è dare senso interiore all’operatività. Quindi atti intrisi di spiritualità, di ricerca di senso. Senso interiore significa potenziare di spirituale qualsiasi atto, dando così profondità” ha commentato Andorlini parlando di Operam.
Operam è il progetto organizzativo e di attività sul territorio di Spazio Spadoni atto a promuovere e sviluppare Opere di Misericordia nel mondo attraverso azioni dirette, tra cui la formazione alle strutture e alle persone delle comunità coinvolte, e la fornitura di strumenti, come supporti didattici, per lavorare sui territori.
Concreto è l’impegno di Spazio Spadoni, così come lo è quello dei numerosi rappresentanti di associazioni nazionali e locali che, nel corso della Convention, portano le loro testimonianze con interventi che prendono il nome dalle Opere di Misericordia corporali e spirituali.
“Accogliere i forestieri” è al centro dell’esperienza del dott. Angelo Gugliotta, governatore della Misericordia di Modica, medico impegnato nei porti del Mediterraneo per fronteggiare l’emergenza umanitaria degli sbarchi. Gugliotta opera in sinergia con le Asp garantendo assistenza e supporto psicologico e sanitario grazie all’aiuto dei tanti volontari delle Misericordie di Modica, Rosolini e comuni limitrofi. A dimostrazione del lavoro svolto dalle Misericordie è intervenuto Ebrima Menneh, migrante, oggi ventitreenne, residente a Modica, giunto ad Augusta su un barcone nel 2016 e ospite per due anni nelle strutture di accoglienza per Minori Stranieri Non Accompagnati. Terminato il soggiorno nella comunità, Ebrima ha svolto il servizio civile nella Misericordia di Modica, dove ha appreso nuove competenze ma soprattutto ha incontrato quei volontari che oggi definisce familiari.
“Visitare i carcerati” è la missione dell’Associazione comico terapica Ci ridiamo su di Ragusa. Del progetto “Libere Tenerezze. Laudato sì”, il primo orto umoristico rigenerativo all’interno delle carceri di Ragusa, hanno parlato Fabio Ferrito e Alessandro Vitrano, clown dottori dal 2007 che realizzano interventi in ambito sociale e di comunità: “Umoristico perché le competenze di noi operatori di comicoterapia si approcciano con una nuova modalità basata sullo scambio, la condivisione e l’apertura provocatoria alla comunità esterna con azioni che permettano di modificare il ‘visus sociale’; ed è rigenerativo perché ci sono tecniche di coltivazione specifiche utilizzate con la consulenza di esperti in materia. Puntiamo a far acquisire ai detenuti nuove abilità spendibili in futuro, accompagnandoli così nel percorso rieducativo che potrà favorirli nel ritorno in società”.
“Dar da mangiare agli affamati” è l’Opera corporale al centro dell’intervento di Giuseppe Paruzzo, Direttore Caritas Sicilia, il quale ha spiegato come i disastri che accadono, con esplicito riferimento al periodo pandemico vissuto, sconvolgono l’esistenza delle persone. “I disastri democratizzano la vita sociale e rafforzano il senso di appartenenza alla comunità. Ma è in quei momenti che l’animo umano innalza al massimo i livelli di empatia”. Paruzzo ha poi parlato della fame nel mondo e dello spreco alimentare: “Il 20% delle persone vive consumando l’80% delle risorse del pianeta, ma sulle morti per fame è sceso il silenzio. Noi credevamo di vivere in un’abbondanza senza fine che, invece, ha una fine. Tante persone oggi sono costrette a rivolgersi ad associazioni caritative. Il compito della nostra società è di avere passione e coraggio, dobbiamo impegnarci per creare nella comunità cristiana delle reti affinché l’uomo si senta riconosciuto nell’amore. I poveri non hanno bisogno solo di carità ma anche di futuro e di speranza”.
“Dar da bere agli assetati” è l’Opera trattata da Liliana Dipasquale, Presidente regionale Fratres Sicilia. “Il volontariato romantico non esiste più; adesso i volontari sono persone preparate, compenti, professionali e operano sul territorio. Il 95% dell’attività di raccolta sangue in Sicilia viene garantita dalle associazioni di volontariato. ‘Dono non so per chi ma so perché’: questo è il principio cardine attorno al quale viene svolta la donazione per amore di Dio e del prossimo. Testimoniare che si può, con un piccolo gesto, essere eroe di qualcuno dedicando pochi minuti del proprio tempo e facendo del bene a se stessi. Il mondo del volontariato, purtroppo, sta vivendo un periodo di stasi. Spieghiamolo allora quanto è semplice aiutare l’altro”. Le parole forti e chiare pronunciate dalla presidente, che ha trasferito il suo know-how emozionale, hanno aperto la via alla testimonianza commossa di Katia Spadafora, nella doppia veste di ricevente e presidente di una FRATRES locale: “Quella sacca preziosissima rossa che ricevevo ogni 15 giorni, in realtà, diventava un’opportunità di fare qualcosa di meglio il giorno dopo. Da qui nasce il mio impegno verso il servizio, per un profondo moto di gratitudine”.
La settima Opera corporale, “Seppellire i morti”, è stata trattata da Suor Audacieuse Kahababo della Congregazione Missionaria Sorelle di Santa Gemma. Nel videomessaggio, la religiosa ha svelato usanze e tradizioni del culto dei morti in Africa.
La prima giornata di “Fare Spazio alla riEvoluzione delle Opere di Misericordia” si è conclusa tra gli applausi del pubblico entusiasta, che si ritroverà anche domani con la ferma volontà di ascoltare, ma soprattutto agire, affinché le parole continuino ad abitare lo Spazio in cui ripensare e strutturare il proprio impegno valoriale, il proprio senso di missione, di impegno civile e di servizio civico e sociale.